Contrariamente a quanto appare in superficie, e nonostante i proclami di libertà e  affrancamento dai bisogni materiali e dai condizionamenti culturali, c’è un macigno che opprime l’individuo oggi nella società.      Si chiama uniformità, pensiero unico, quasi un’entità trascendente, metafisica, che aleggia su tutti e condiziona la vita di ognuno.        È una Bibbia, una Torah di principi , regole, adempimenti, che si pretende che tutti conoscano  e a cui tutti debbano adeguarsi.    Invisibili e irrintracciabili   gli autori di tutto questo, forse non ci sono, o sono alieni venuti dallo spazio.    Il fenomeno è peculiare dell’Occidente ma tende a diffondersi nel mondo con la globalizzazione e l’esportazione della democrazia.          Se gli si vogliono trovare collegamenti o filiazioni con il passato bisogna risalire alla  Francia del Settecento, all’ideologia razionalista e materialista del secolo dei Lumi.    Si era  configurata come una reazione alle sacche di oscurantismo medioevali di tanta parte d’Europa.      Che poi ci sarebbe da ragionare sull’arretratezza e oscurità di quel periodo della storia dell’uomo, che pure espresse individualità e realizzazioni di non poco conto.     Si pensi a Dante, al sapere del mondo classico riscoperto nelle grandi abbazie d’Europa, alla ricostituzione di un’unità europea sotto la guida della Chiesa e degli Imperatori del sacro romano impero.       La diffusione della cultura che queste istituzioni operarono, furono premesse al rifiorire della civiltà occidentale del Rinascimento che dall’Italia si propagò in tutta Europa.      La disgregazione di quell’assetto avrebbe portato alla formazione delle nazioni che tanti lutti dovevano causare nei secoli successivi e principalmente nel 900.    Ora la vittoria del capitalismo, il dominio internazionale della finanza, realizza una nuova unità non più solo europea ma planetaria.      La sconfessione e la lotta contro le dittature, la proclamazione dei diritti e della dignità degli individui si scontra con un report come direbbero i bocconiani che è il denaro.     Il denaro rappresenta la cartina di tornasole con cui si misurano la congruità e liceità delle azioni e dei comportamenti.         L’ipocrisia delle parole si scontra con la realtà degli interessi finanziari  che legittimano dittature o prevaricazioni che sono funzionali a quegli interessi.        In questo contesto l’apparente libertà degli individui è di fatto coartata, uniformata nell’apparente differenza.      Di fatto si impone un pensiero unico che potremmo chiamare l’accadimento fenomenologico.      Come si realizza questa dittatura sopra citata?           E come si presenta?          Cos’è?     E’ tante cose insieme che hanno un denominatore comune, l’uniformità nell’apparente differenza.     Uniforme è il pensiero che accetta tutto , senza gerarchie, o giudizi o preferenze.     Consegna ad un vuoto di valori e punti fermi l’accadere fenomenologico, che diventa l’unica certezza e verità.     Quando non ci si confronta più con regole , magari divieti o consuetudini, si vaga in un vuoto dove l’accaduto per se stesso diventa un valore e unica verità.      Le infinite e sempre nuove possibilità della tecnica aprono orizzonti di realizzazioni che distruggono il mondo delle idee e si auto-divorano nell’incessante offerta di nuovi prodotti.