Costruzioni coloniali sopravvivono nelle strade dell’Indocina francese.       Due piani, il superiore è un lungo terrazzo coperto, su cui si susseguono persiane chiuse.   Nascondono stanze di passione, di ozi disperati, di putrescenza ammiccante.     Un passato defunto ma resta il profumo, la nostalgia assurda.    Gente intorno, in una modernità immemore.     La rara opulenza prende forme occidentali, straordinariamente belle, ma estranee al mio bisogno di identità.     Gli occhi rincorrono il desiderio d’Europa.  Bianco sbiadito dal sole e dall’abbandono nei terrazzi chiusi con le imposte decrepite serrate.  Immagino vestiti bianchi di lino, barbe lunghe, capelli intrisi di umidità, malamente coperti da panama sgualciti.  Il sudore  bagna corpi fatti per gli inverni delle città di pietra.   Lontano dalle città, primitivi su barche lungo il Mekong, o attoniti su malferme palafitte. Ovunque  miseria.