In Ucraina dietro Papa Francesco

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella incontra Papa Francesco

 

Non c’è altro da fare che questo, non rimane che questo.   Al di là delle ideologie democratiche e di quelle autocratiche, dei torti subiti o inferti, della giustizia dei tribunali internazionali e di tutto il resto che un’informazione asservita o saccente riesce ad inventarsi.  Non ci resta che incamminarci con il Papa, direzione Ucraina. Non è follia, è l’unico modo per fermare questa nuova esplosione del male che prende le sembianze degli aggressori russi, delle armi occidentali date agli ucraini per non soccombere, per continuare la guerra, per svuotare gli arsenali di armi vendute a caro prezzo,per poterne fare di nuove, più moderne e se possibile più micidiali. Quando gli striscioni della pace sventoleranno nelle città ucraine, i combattenti dovranno fermarsi come fecero gli inglesi nei confronti delle folle guidate dal Mahatma Gandhi. Ci saranno dei feriti , anche dei morti , ma non sarà niente se servirà a fermare le ostilità.  Prendiamo le distanze dagli americani che con questa pretesa di esportare la democrazia hanno causato infinite guerre e massacri.  La loro ostentata fede nella superiorità delle propria visione del mondo  e dei valori che ne sono alla base, è la stessa degli islamiche nel VII secolo dilagarono dalla penisola arabica per convertire alla loro religione tutti i popoli che riuscirono a sottomettere.  E prima ed insieme a loro, noi cristiani abbiamo fatto lo stesso, e in età moderna i sovietici, con il loro comunismo che era una nuova religione. Così è ancora oggi con l’Occidente liberale che pretende di imporre i suoi valori a tutto il mondo e chi non accetta è un reprobo, che va educato o combattuto. Così è stato in Libia, in Siria, in Iraq, in Afghanistan e altrove. Sempre per difendere la libertà e la democrazia, senza dichiarare gli interessi economici sottesi. A ricordare tutto questo  c’è da guardare a Putin con comprensione. Non c’è altro da fare, bisogna incamminarsi per le strade d’Europa a raccogliere la gente volenterosa e andare in Ucraina, come accadeva nel  Medioevo per i cristiani diretti in terra santa , ma questo volta non per combattere , ma per frapporsi ai guerreggianti. Basta con i soloni che pontificano sui giornali e le televisioni circa la necessità di difendere i valori della democrazia con l’invio di armi, o a quella di appellarsi ai tribunali internazionali. Tutto pontificato dalle comode poltrone dei talk-shows. Bisogna mettersi in marcia e por fine all’interminabile bla..bla..bla.                  Che poi ad essere realisti e cinici, questa informazione assillante sulla guerra ha tratti di condizionamento delle masse che devono essere preparate ai sacrifici di una lunga guerra, alla inevitabilità degli stessi per la vittoria della democrazia contro il dittatore di turno. Gheddafi, Hussein, Assad, ed altri in passato, ed ora Putin.   Non la vogliono far finire questa guerra, i fabbricanti di armi, gli Stati Uniti contro il nemico storico, ora forse gli stessi ucraini, galvanizzati dal sostegno mondiale, dalle armi che arrivano, dal plauso per il loro coraggio ed eroismo.  I media raccontano che stanno vincendo la guerra e incoraggiandoli già si intravede la possibilità che invadano loro la Russia per vendicarsi dell’aggressione subita.  Quasi si prova compassione per i soldati russi mandati inconsapevoli allo sbaraglio, ragazzi di leva delle sterminate steppe asiatiche , che raccontano siano morti a migliaia e responsabili di massacri, forse figli della paura e della confusione in cui si sono trovati. Non c’è altro da fare, bisogna mettersi dietro al Papa zoppicante e andare in Ucraina,  al fronte, se c’è ancora tempo. In cielo, tra le nubi, già stanno scalpitando i cavalli della Apocalisse, bisogna fermarli sino a che siamo ancora in tempo, altrimenti niente e nessuno potrà più fermarli.