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La nuova Europa

 

    

  

Dopo decenni di pensiero debole, di relativismo, di distruzione delle radici e delle tradizioni, di pensiero liquido, di tutela e predominio delle diversità, in una parola di esaltazione del nichilismo, l’Occidente sembra arrivato al capolinea.     E il tramonto non avrà il bagliore di un ultimo spettacolare harakiri alla Mishima, sarà un lento spegnersi della fiaccola che fu la civiltà del mondo.     Uguaglianza, fraternità, libertà, toponimi della modernità sono diventati fantocci vuoti dietro i quali si apre una strada che conduce al nulla.     Secoli, millenni di ricerca scientifica e filosofica, di riferimenti teologici e religiosi, avevano creato

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L’epidemia

       

 

     

 

E’ pandemia da coronavirus, ci sono migliaia di morti nel mondo prima in Cina, Sud Corea, Giappone, poi in Italia, ora nel resto d’Europa, quindi nel mondo.         È solo un’influenza più forte, ma nel 1918 una simile influenza conosciuta con il nome di “spagnola”, fece milioni di vittime.          Si disse che il numero eguagliò quello dei caduti della Grande Guerra.      Le epidemie mettono paura più delle guerre e delle altre calamità che occorrono nel corso della storia.         Come i terremoti che però nella fase distruttiva durano un flash e poi via, sino al successivo.      Ed epidemie, terremoti, inondazioni,

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Una volta, la grande fontana in piazza della repubblica

 

 

 

 

 

L’avevano costruita e messa lì nel ventennio.                            Fasci regolamentari e spruzzi d’acqua che bagnavano i passanti per il vento che dai quattro lati non mancava mai di spirare.                             Sarà per questo  o per i fasci, fatto sta che la fontana giace ormai da tempo in una fossa scavata al centro del parco cittadino dei Canapè.                            Forse l’aver scavato una fossa dove mettere la fontana aveva avuto anche un significato catartico e i nuovi amministratori non avevano ritenuto necessario scalpellare via i fasci littori come in tutti

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                La quercia resuscitata

 

Era campagna ubertosa, terra grassa, dalle mura della città sino al profilo dei monti Martani, oltre le colline di Montefalco e Bettona.                                   Chilometri di campagna interrotta graziosamente da agglomerati urbani non ancora paesi: Sterpete, Borroni, Scafali, Budino…….                                                                                               E poi Bevagna e Cannara, già paesi con dignità di città.                                                                                                     Campagna, una volta lago preistorico bonificato dal tempo e dal lavoro degli uomini, e una strada nobile e antica che l’attraversava, la consolare Flaminia, ancora oggi sopraelevata a ricordo dell’acquitrinio che i romani trovarono nella sua costruzione.                                                                                                                                              Così da sempre sino a pochi anni fa, quando decisero che per

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A mia madre

Sono qui,           

in questa stanza buia e angusta,             

all’ombra del Pantheon.                   

Non c’è più niente che mi tenga ancora in questi luoghi.   

Ma, guardando oltre la parete, con gli occhi del cuore,                    

vedo le due finestre non lontane di via dei Pastini.                 

Lì,  tu, con il babbo e Tarquinio,                           

vivesti una breve stagione,               

io ancora nella mente di Dio.                           

Poi io e te da soli,                               

altrove,                 

nella grande casa della nostra vita.                

Tu china sulla macchina da cucire,                             

io sui libri e le carte.             

Ora solo, tengo viva la memoria nell’ufficio di sempre,                

del leggere e raccontare.                        

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Il segno della croce                                           

 

Distesa sul letto operatorio,      le luci accese sul tuo corpo nudo ,     magro di antica povertà ,     fili e tubi si distaccano dal corpo,     suoni meccanici alternanti.        Serena di trascendenti  certezze,   aspetti il sonno artificiale incipiente.            Poi improvviso il pensiero:  non c’era stato tempo per il segno della croce,     da sempre compagno dei giorni della vita.     Il chirurgo ha udito il mormorio sommesso,      ha posto la mano guantata su di te,        dalla fronte, al  cuore, alle spalle.     Tu hai sorriso, e  hai chiuso gli occhi.      Dopo,        cambiati i guanti,      ha iniziato il suo lavoro.

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Nel 1453 il sultano Maometto II cinge d’assedio Costantinopoli con un esercito forte  di 80000 o 160.000 uomini secondo diverse fonti.       Nella città  c’è l’imperatore Costantino XI  Paleologo con  7000 uomini tra cui veneziani, genovesi, catalani e turchi trasfughi.       Il contingente genovese è guidato da Giovanni Giustiniani Longo, amico personale dell’imperatore che lo mette a capo di tutto l’apparato difensivo.   Secondo alcune fonti si tratterebbe di un personaggio ambiguo, al pari della comunità genovese che vive nel quartiere raccolto sotto la torre di Galata.               Si suppone che

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La ragazza piangente    

 

Al semaforo di ponte Garibaldi,

scatta il verde,

passiamo davanti a macchine ruggenti,

smaniose di spiaccicarci a terra ,

rombanti di schiumosa impazienza.

Nella tregua armata, veloci passiamo.

Da lì, sopra le acque limacciose del Tevere esausto.

 

Mi cammini accanto inconsapevole,

persa nelle parole che corrono lungo fili bianchi,

dal coso nelle mani alla rocca petrosa.

Turbata, disperata, rispondi con lacrime silenziose.

 

Fermi al semaforo di là, prima di affrontare il nuovo varco infame,

ti sorrido e con gli occhi asciugo il tuo viso,

le mie labbra ormai lontane ti  sussurrano una promessa.

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Identità e crisi della civiltà occidentale

      

 

La civiltà occidentale ha grandi colpe, come qualsiasi civiltà umana. Ha violato continenti e religioni, ha scatenato e subito guerre, genocidi e persecuzioni, ma da 2mila 500 anni ha la capacità, da quando gli orafi greci lavoravano per gli sciti , di accogliere le tradizioni, i miti, le religioni, gli esseri umani. Non solo accoglienza, anche insegnamento  e apprendimento dagli altri e poi come in una sorta di crogiolo la capacità di rimescolare tutto, di creare novità che si impongono nella realtà storica. Tutto Il mondo diventò ed ancora è romano  e quest’anima

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Gli Spallone erano una famiglia di medici ed erano comunisti , comunisti ortodossi legati ai vertici del Partito , diventati nel tempo medici curanti dei pezzi grossi dello stesso. Primo dopoguerra, naturalmente partigiani durante questa, uno di loro andò a fare l’operario nella Iuguslavia di Tito, a costruire ferrovie, contributo alla costruzione dello stato socialista che aveva sperato di esportare il socialismo anche in Italia se non fosse stato per gli inglesi di Churchil , non per gli americani che avevano concesso tutto a Stalin o per dabbenaggine  o per calcolo. Forse per assestare un colpo definitivo

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